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Lot # 315 - Ventennio Fascista. Distintivo della Giornata delle Due Croci emesso a ricordo della festa del dieci aprile 1939. AL (ca. 25 x 17). Aquila ad ali dritte con testa a sinistra, sul petto le due croci, in vernice rossa, e centralmente fascio littorio; in basso GIORNATA DELLE DUE CROCI A. XVII. R/ RICCI FIRENZE / V. SERRAIOLI. Le varie iniziative di aiuto agli ammalati di tubercolosi vennero chiamate “crociate”, in quanto avevano come logo la doppia croce o croce di Lorena, adottata nell’antichità dai crociati nelle battaglie contro gli infedeli. A partire dalla conferenza internazionale sulla tubercolosi di Berlino del 1902, questa croce diventerà il simbolo di tutte le campagne antitubercolari, un immediato segno di riconoscimento che accomunerà tutte le manifestazioni di lotta alla tubercolosi. All’inizio, per aumentare la raccolta fondi in alcune città vennero ideate delle feste: a Roma e a Torino furono chiamate Giornate antitubercolari, mentre a Bergamo fu detta Festa delle Rose. Successivamente sulla scorta di quanto accadeva all’estero anche in Italia venne ripresa la Giornata del Fiore (nata in Svezia nel 1907) e la prima si svolse a Torino nel 1914, su proposta della crociata contro al tbc del 4 luglio 1913. Nel periodo 1915-1921 a causa degli eventi bellici e per la pandemia di Spagnola non si svolse alcun evento. La Festa del fiore riprese nel 1922 e nel 1925 il Ministero dell’Interno decise che la festa avvenisse in un giorno prestabilito da fare coincidere con una ricorrenza oppure una festa memorabile. Nel 1925 aderirono 30 provincie, nel 1926 furono 60 e si decise di festeggiare il 6 giugno (giorno dello Statuto), le provincie divennero 70 nel 1927. Nel 1928 il Duce la estese a tutto il territorio nazionale. In quelle occasioni veniva emesso materiale pubblicitario di vario genere che andava richiesto alla segreteria della Federazione Italiana Nazionale Fascista. Il materiale cartaceo era assai più numeroso di quello metallico. Nonostante gli sforzi la Festa non ebbe grande successo e fu così che nel 1931 si decise di unire la Festa del fiore e la Giornata della Doppia Croce (pubblicizzata con la Croce di Lorena) in una unica festa detta “Giornata del Fiore e della Doppia Croce), da celebrare il giorno di Pasqua. Al fine di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone, dal 1934 al 1940 questa giornata fu indetta insieme a quella della Croce Rossa Italiana, da cui la denominazione “Giornata delle Due Croci”, Durante questa Giornata venivano proposti distintivi con la doppia Croce. Alla raccolta fondi diedero un forte impulso anche le campagne antitubercolari indette annualmente dal Duce dal 1931 al 1940 della durata di 40 giorni, organizzate in 92 provincie e nelle colonie. Le campagne adottarono sia il motto della Federazione Italiana Nazionale Fascista. “Viribus Unitis” sia il simbolo della doppia croce, iniziavano anch’esse nel giorno di Pasqua, ciòè in coincidenza della Giornata delle due Croci e si protraevano fino a Pentecoste, in questo periodo si distribuiva materiale pubblicitario di ogni genere (spille, distintivi, matite, saponette ecc.) acquistati dalla Federazione nel quantitativo voluto e non restituibili e soprattutto veniva promossa la vendita dei famosi chiudilettera. Le campagne ripresero dopo gli eventi bellici a partire dal 1949 per chiudersi definitivamente nel 2000. Si tratta di oggetti di facile acquisizione visti i prezzi medi ma vanno a far parte di una interessante collezione storica del nostro Paese.
Lot # 338 - Ventennio Fascista. Regno d’Italia - Etiopia Italiana. Vittorio Emanuele III (1900-1945) – AOI. Distintivo emesso per la fondazione dell’impero. Opus Pagani Emilio Milano. Spilla in Metallo Bianco (ca. 30x32). Entro due medaglioni accostati, sormontati da aquila sabauda ad ali spiegate busti affrontati di Vittorio Emanuele III e Mussolini sotto entro cartella ETIOPIA ITALIANA 5 9 MAGGIO XIV. R/ Negativo del dritto e spilla portativa. Casolari XIV-49. La sera del 9 maggio 1936 Benito Mussolini proclama dal balcone di piazza Venezia “la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma“. L’evento rappresenta il punto più alto del consenso del popolo italiano verso il regime. Il nuovo Impero fascista, però, durerà meno di cinque anni. La conquista dell’Etiopia serve anche a vendicare la sconfitta di Adua del 1896 e a dimostrare che il fascismo riesce proprio dove la classe dirigente dell’Italia liberale ha fallito. Per questi motivi l’Italia fa di tutto per cercare un casus belli: l’incidente di Ual Ual nel dicembre 1934 offre al regime ciò che sta aspettando da tempo. L’offensiva italiana scatta il 3 ottobre 1935 e il comando della spedizione è affidato al generale Emilio De Bono, ministro delle Colonie e Alto Commissario per l’Africa Orientale. Accusato di eccessiva prudenza quest’ultimo viene sostituito sul fronte eritreo dal maresciallo Pietro Badoglio che conduce le forze italiane allo scontro decisivo sul lago Ascianghi. La vittoria spinge gli italiani ad Addis Abeba, che viene raggiunta il 5 maggio 1936. Il 9 maggio anche l’altro troncone dell’esercito italiano comandato dal generale Rodolfo Graziani raggiunge la capitale etiopica.