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Lot # 1057 - Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III - Croce dell’ordine della Corona d’Italia - La croce dell'Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d'oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l'aquila sabauda di nero su fondo oro. Aveva una dimensione di 35 mm per Cavalieri e Ufficiali e di 50 mm per Commendatori, Grandi Ufficiali e Gran Cordoni. Il nastro dell'ordine era rosso con una striscia bianca centrale della larghezza «di due ottavi della larghezza del nastro». I cavalieri portavano la croce dell'Ordine appesa all'occhiello; per gli ufficiali si aggiungeva una rosetta al nastro (come in questo caso). L'Ordine della Corona d'Italia era un'onorificenza del Regno d'Italia. Prima onorificenza a carattere "nazionale" del neonato regno italiano, venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II. Istituito dal re Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868, in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d'Italia, grazie all'annessione dei territori veneti, l'ordine si presentava come una variante meno elitaria dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dal momento che poteva essere conferito sia a civili sia a militari, senza distinzione di religione. L'Ordine però si distingueva da tutti i precedenti creati da Casa Savoia in quanto era il primo ad avere un carattere nazionale, legato indissolubilmente al Regno d'Italia. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell'ordine e il loro limite di numero (art. 4): 60 Gran Cordoni, 150 Grandi Ufficiali, 500 Commendatori e 2 000 Ufficiali (il numero dei Cavalieri rimase indeterminato). Umberto I nel 1885 stabilì un limite nel numero annuo di nomine (12 Cavalieri di Gran Croce, 30 Grandi Ufficiali, 100 Commendatori, 200 Ufficiali e 1 200 Cavalieri) al fine di porre anche l'Ordine della corona d'Italia sul medesimo piano del ben più antico Ordine mauriziano («le due istituzioni cavalleresche si rendano pel ristretto numero e per la qualità dei decorati sempre più degne della fama che meritano per la loro origine»). Da tali limiti erano escluse le nomine motu proprio del sovrano, le nomine a personalità estere e le nomine per funzionari a riposo. I limiti annui furono modificati nel 1890: 12 Cavalieri di Gran Croce, 40 Grandi Ufficiali, 150 Commendatori, 300 Ufficiali e 1 600 Cavalieri. Un decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilì la ripartizione delle nomine tra i ministeri per l'anno 1892: Con decreto del 1911 furono posti nuovi limiti (periodo di due o tre per la nomina a un grado superiore) e l'Ordine della Corona d'Italia divenne propedeutico per l'ammissione nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tale riforma a ogni modo fu mal vista soprattutto in certi ambienti aristocratici in quanto sovente l'Ordine della corona d'Italia era assegnato alla borghesia emergente proprio perché variante meno elitaria dell'Ordine mauriziano. Nell'Ordine delle precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche, stabilito tramite decreti, i decorati della Corona d'Italia seguivano puntualmente i parigrado sia dell'Ordine militare di Savoia sia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con il decreto del 1911 si garantiva dunque che per essere insigniti dell'Ordine mauriziano fosse necessario essere stati o venire insigniti almeno dello stesso grado dell'Ordine della Corona d'Italia da almeno un anno (art. 4). Da questa regola statutaria erano escluse le nomine motu proprio del Sovrano come quelle dei principi di sangue o come quelle dei parenti stretti di casa Savoia. Alla cessazione della monarchia, il re Umberto II ha continuato a conferire l'Ordine della Corona d'Italia fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1983. Data la richiesta degli aderenti, anche nel regime repubblicano, coloro che fossero stati insigniti di questa onorificenza poterono continuare a fregiarsene in pubblico con l'accortezza però di sostituire nelle barrette da divisa le corone reali con altrettante stellette a cinque punte. Questo status quo delle cose rimase sino al 1951 quando l'Ordine venne definitivamente sostituito con l'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Con la morte di Umberto II, questo ordine cessò ufficialmente di esistere e venne formalmente sostituito dall'Ordine al Merito di Savoia, fondato da suo figlio Vittorio Emanuele come ordine dinastico e non più legato quindi alla corona d'Italia. (ø 36mm, .g.). Realizzata in Bronzo (AE) dorato, filamenti in bagno d’oro 14 kt e smalti policromi. Con nastrino e scatola originale firmata CRAVANZOLA. Al lotto compete anche il bottoncino per asola abiti civili. Conservazione SPL (manca il disco posteriore con l’aquila sabauda)
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Lot # 1058 - Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III - Croce dell’ordine della Corona d’Italia - Mignon. La croce dell'Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d'oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l'aquila sabauda di nero su fondo oro. Aveva una dimensione di 35 mm per Cavalieri e Ufficiali e di 50 mm per Commendatori, Grandi Ufficiali e Gran Cordoni. Il nastro dell'ordine era rosso con una striscia bianca centrale della larghezza «di due ottavi della larghezza del nastro». I cavalieri portavano la croce dell'Ordine appesa all'occhiello; per gli ufficiali si aggiungeva una rosetta al nastro (come in questo caso). L'Ordine della Corona d'Italia era un'onorificenza del Regno d'Italia. Prima onorificenza a carattere "nazionale" del neonato regno italiano, venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II. Istituito dal re Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868, in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d'Italia, grazie all'annessione dei territori veneti, l'ordine si presentava come una variante meno elitaria dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dal momento che poteva essere conferito sia a civili sia a militari, senza distinzione di religione. L'Ordine però si distingueva da tutti i precedenti creati da Casa Savoia in quanto era il primo ad avere un carattere nazionale, legato indissolubilmente al Regno d'Italia. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell'ordine e il loro limite di numero (art. 4): 60 Gran Cordoni, 150 Grandi Ufficiali, 500 Commendatori e 2 000 Ufficiali (il numero dei Cavalieri rimase indeterminato). Umberto I nel 1885 stabilì un limite nel numero annuo di nomine (12 Cavalieri di Gran Croce, 30 Grandi Ufficiali, 100 Commendatori, 200 Ufficiali e 1 200 Cavalieri) al fine di porre anche l'Ordine della corona d'Italia sul medesimo piano del ben più antico Ordine mauriziano («le due istituzioni cavalleresche si rendano pel ristretto numero e per la qualità dei decorati sempre più degne della fama che meritano per la loro origine»). Da tali limiti erano escluse le nomine motu proprio del sovrano, le nomine a personalità estere e le nomine per funzionari a riposo. I limiti annui furono modificati nel 1890: 12 Cavalieri di Gran Croce, 40 Grandi Ufficiali, 150 Commendatori, 300 Ufficiali e 1 600 Cavalieri. Un decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilì la ripartizione delle nomine tra i ministeri per l'anno 1892: Con decreto del 1911 furono posti nuovi limiti (periodo di due o tre per la nomina a un grado superiore) e l'Ordine della Corona d'Italia divenne propedeutico per l'ammissione nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tale riforma a ogni modo fu mal vista soprattutto in certi ambienti aristocratici in quanto sovente l'Ordine della corona d'Italia era assegnato alla borghesia emergente proprio perché variante meno elitaria dell'Ordine mauriziano. Nell'Ordine delle precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche, stabilito tramite decreti, i decorati della Corona d'Italia seguivano puntualmente i parigrado sia dell'Ordine militare di Savoia sia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con il decreto del 1911 si garantiva dunque che per essere insigniti dell'Ordine mauriziano fosse necessario essere stati o venire insigniti almeno dello stesso grado dell'Ordine della Corona d'Italia da almeno un anno (art. 4). Da questa regola statutaria erano escluse le nomine motu proprio del Sovrano come quelle dei principi di sangue o come quelle dei parenti stretti di casa Savoia. Alla cessazione della monarchia, il re Umberto II ha continuato a conferire l'Ordine della Corona d'Italia fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1983. Data la richiesta degli aderenti, anche nel regime repubblicano, coloro che fossero stati insigniti di questa onorificenza poterono continuare a fregiarsene in pubblico con l'accortezza però di sostituire nelle barrette da divisa le corone reali con altrettante stellette a cinque punte. Questo status quo delle cose rimase sino al 1951 quando l'Ordine venne definitivamente sostituito con l'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Con la morte di Umberto II, questo ordine cessò ufficialmente di esistere e venne formalmente sostituito dall'Ordine al Merito di Savoia, fondato da suo figlio Vittorio Emanuele come ordine dinastico e non più legato quindi alla corona d'Italia. (ø 16mm, 1.30g.). Realizzata in Bronzo (AE) dorato, filamenti in bagno d’oro 14 kt e smalti policromi. Conservazione SPL (anello portativo piegato).
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Lot # 1059 - Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III - Croce dell’ordine della Corona d’Italia – Scatola completa di esemplare classico e mignon. La croce dell'Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d'oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l'aquila sabauda di nero su fondo oro. Aveva una dimensione di 35 mm per Cavalieri e Ufficiali e di 50 mm per Commendatori, Grandi Ufficiali e Gran Cordoni. Il nastro dell'ordine era rosso con una striscia bianca centrale della larghezza «di due ottavi della larghezza del nastro». I cavalieri portavano la croce dell'Ordine appesa all'occhiello; per gli ufficiali si aggiungeva una rosetta al nastro (come in questo caso). L'Ordine della Corona d'Italia era un'onorificenza del Regno d'Italia. Prima onorificenza a carattere "nazionale" del neonato regno italiano, venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II. Istituito dal re Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868, in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d'Italia, grazie all'annessione dei territori veneti, l'ordine si presentava come una variante meno elitaria dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dal momento che poteva essere conferito sia a civili sia a militari, senza distinzione di religione. L'Ordine però si distingueva da tutti i precedenti creati da Casa Savoia in quanto era il primo ad avere un carattere nazionale, legato indissolubilmente al Regno d'Italia. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell'ordine e il loro limite di numero (art. 4): 60 Gran Cordoni, 150 Grandi Ufficiali, 500 Commendatori e 2 000 Ufficiali (il numero dei Cavalieri rimase indeterminato). Umberto I nel 1885 stabilì un limite nel numero annuo di nomine (12 Cavalieri di Gran Croce, 30 Grandi Ufficiali, 100 Commendatori, 200 Ufficiali e 1 200 Cavalieri) al fine di porre anche l'Ordine della corona d'Italia sul medesimo piano del ben più antico Ordine mauriziano («le due istituzioni cavalleresche si rendano pel ristretto numero e per la qualità dei decorati sempre più degne della fama che meritano per la loro origine»). Da tali limiti erano escluse le nomine motu proprio del sovrano, le nomine a personalità estere e le nomine per funzionari a riposo. I limiti annui furono modificati nel 1890: 12 Cavalieri di Gran Croce, 40 Grandi Ufficiali, 150 Commendatori, 300 Ufficiali e 1 600 Cavalieri. Un decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilì la ripartizione delle nomine tra i ministeri per l'anno 1892: Con decreto del 1911 furono posti nuovi limiti (periodo di due o tre per la nomina a un grado superiore) e l'Ordine della Corona d'Italia divenne propedeutico per l'ammissione nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tale riforma a ogni modo fu mal vista soprattutto in certi ambienti aristocratici in quanto sovente l'Ordine della corona d'Italia era assegnato alla borghesia emergente proprio perché variante meno elitaria dell'Ordine mauriziano. Nell'Ordine delle precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche, stabilito tramite decreti, i decorati della Corona d'Italia seguivano puntualmente i parigrado sia dell'Ordine militare di Savoia sia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con il decreto del 1911 si garantiva dunque che per essere insigniti dell'Ordine mauriziano fosse necessario essere stati o venire insigniti almeno dello stesso grado dell'Ordine della Corona d'Italia da almeno un anno (art. 4). Da questa regola statutaria erano escluse le nomine motu proprio del Sovrano come quelle dei principi di sangue o come quelle dei parenti stretti di casa Savoia. Alla cessazione della monarchia, il re Umberto II ha continuato a conferire l'Ordine della Corona d'Italia fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1983. Data la richiesta degli aderenti, anche nel regime repubblicano, coloro che fossero stati insigniti di questa onorificenza poterono continuare a fregiarsene in pubblico con l'accortezza però di sostituire nelle barrette da divisa le corone reali con altrettante stellette a cinque punte. Questo status quo delle cose rimase sino al 1951 quando l'Ordine venne definitivamente sostituito con l'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Con la morte di Umberto II, questo ordine cessò ufficialmente di esistere e venne formalmente sostituito dall'Ordine al Merito di Savoia, fondato da suo figlio Vittorio Emanuele come ordine dinastico e non più legato quindi alla corona d'Italia. (ø 36+16mm, g.). Realizzata in Bronzo (AE) dorato, filamenti in bagno d’oro 14 kt e smalti policromi. Con nastrino e scatola originale firmata ROTA. Conservazione SPL/FDC.
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Lot # 1060 - Regno d’Italia – Vittorio Emanuele III - Croce dell’ordine della Corona d’Italia. La croce dell'Ordine era composta da una croce smussata in smalto bianco, i cui bracci erano uniti da nodi sabaudi d'oro. La decorazione, al centro, portava un tondo raffigurante la Corona Ferrea su campo blu. Sul retro, nello stesso tondo, era raffigurata l'aquila sabauda di nero su fondo oro. Aveva una dimensione di 35 mm per Cavalieri e Ufficiali e di 50 mm per Commendatori, Grandi Ufficiali e Gran Cordoni. Il nastro dell'ordine era rosso con una striscia bianca centrale della larghezza «di due ottavi della larghezza del nastro». I cavalieri portavano la croce dell'Ordine appesa all'occhiello; per gli ufficiali si aggiungeva una rosetta al nastro (come in questo caso). L'Ordine della Corona d'Italia era un'onorificenza del Regno d'Italia. Prima onorificenza a carattere "nazionale" del neonato regno italiano, venne istituita nel 1868 da re Vittorio Emanuele II. Istituito dal re Vittorio Emanuele II il 20 febbraio 1868, in occasione delle nozze del figlio Umberto con la principessa Margherita, per consacrare la quasi consolidata unità d'Italia, grazie all'annessione dei territori veneti, l'ordine si presentava come una variante meno elitaria dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, dal momento che poteva essere conferito sia a civili sia a militari, senza distinzione di religione. L'Ordine però si distingueva da tutti i precedenti creati da Casa Savoia in quanto era il primo ad avere un carattere nazionale, legato indissolubilmente al Regno d'Italia. Il decreto del 1868 stabiliva le classi dell'ordine e il loro limite di numero (art. 4): 60 Gran Cordoni, 150 Grandi Ufficiali, 500 Commendatori e 2 000 Ufficiali (il numero dei Cavalieri rimase indeterminato). Umberto I nel 1885 stabilì un limite nel numero annuo di nomine (12 Cavalieri di Gran Croce, 30 Grandi Ufficiali, 100 Commendatori, 200 Ufficiali e 1 200 Cavalieri) al fine di porre anche l'Ordine della corona d'Italia sul medesimo piano del ben più antico Ordine mauriziano («le due istituzioni cavalleresche si rendano pel ristretto numero e per la qualità dei decorati sempre più degne della fama che meritano per la loro origine»). Da tali limiti erano escluse le nomine motu proprio del sovrano, le nomine a personalità estere e le nomine per funzionari a riposo. I limiti annui furono modificati nel 1890: 12 Cavalieri di Gran Croce, 40 Grandi Ufficiali, 150 Commendatori, 300 Ufficiali e 1 600 Cavalieri. Un decreto ministeriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri stabilì la ripartizione delle nomine tra i ministeri per l'anno 1892: Con decreto del 1911 furono posti nuovi limiti (periodo di due o tre per la nomina a un grado superiore) e l'Ordine della Corona d'Italia divenne propedeutico per l'ammissione nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Tale riforma a ogni modo fu mal vista soprattutto in certi ambienti aristocratici in quanto sovente l'Ordine della corona d'Italia era assegnato alla borghesia emergente proprio perché variante meno elitaria dell'Ordine mauriziano. Nell'Ordine delle precedenze a Corte e nelle funzioni pubbliche, stabilito tramite decreti, i decorati della Corona d'Italia seguivano puntualmente i parigrado sia dell'Ordine militare di Savoia sia dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Con il decreto del 1911 si garantiva dunque che per essere insigniti dell'Ordine mauriziano fosse necessario essere stati o venire insigniti almeno dello stesso grado dell'Ordine della Corona d'Italia da almeno un anno (art. 4). Da questa regola statutaria erano escluse le nomine motu proprio del Sovrano come quelle dei principi di sangue o come quelle dei parenti stretti di casa Savoia. Alla cessazione della monarchia, il re Umberto II ha continuato a conferire l'Ordine della Corona d'Italia fino alla morte, avvenuta il 18 marzo 1983. Data la richiesta degli aderenti, anche nel regime repubblicano, coloro che fossero stati insigniti di questa onorificenza poterono continuare a fregiarsene in pubblico con l'accortezza però di sostituire nelle barrette da divisa le corone reali con altrettante stellette a cinque punte. Questo status quo delle cose rimase sino al 1951 quando l'Ordine venne definitivamente sostituito con l'Ordine al merito della Repubblica Italiana. Con la morte di Umberto II, questo ordine cessò ufficialmente di esistere e venne formalmente sostituito dall'Ordine al Merito di Savoia, fondato da suo figlio Vittorio Emanuele come ordine dinastico e non più legato quindi alla corona d'Italia. (ø 36mm, .g.). Realizzata in Bronzo (AE) dorato, filamenti in bagno d’oro 14 kt e smalti policromi. Con nastrino e scatola originale firmata CRAVANZOLA. Conservazione SPL/FDC.
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Lot # 1061 - Regno D’Italia – Vittorio Emanuele III – WW1 – Bronzo Nemico – Tipologia Stefano Johnson. Medaglia, con cambretta, in uso ai militari che avevano prestato servizio per almeno un anno durante la I^ guerra mondiale. Al dritto busto elmato del Re a s. con scritta GVERRA PER L’VNITA’ D’ITALIA 1915 1918 sotto S.J. (Stefano Johnson). Al verso figura alata allegorica della Vittoria di fronte su scudi sorretti da militari elmati scritta CONIATA NEL BRONZO NEMICO. Coniata in bronzo (AE) con nastrino d’epoca. (ø 32mm, 16g.). Riferimenti Bini 115. Conservazione BB. Prima di istituire una medaglia commemorativa della Grande Guerra, che era finita il 4 novembre 1918, si attese l'estate 1920 quando terminò anche l'impegno delle truppe italiane in Albania per la pacificazione di fazioni rivali. Con regio decreto 29 luglio 1920, n. 1241, promulgato da re Vittorio Emanuele III, fu istituita la «medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 per il compimento dell'unità d'Italia». Quindi tale medaglia celebrava non solo la vittoria nella Prima guerra mondiale, ma anche il completamento dell'unità d'Italia ed il 70º anniversario dell'inizio dei moti rivoluzionari che nel 1848 avevano scatenato la Prima guerra di indipendenza italiana. La particolarità di questa medaglia, resa evidente nella scritta sul retro che cita «coniata nel bronzo nemico», è che il decreto istitutivo prevedeva che avrebbe dovuto essere «fusa col bronzo delle artiglierie tolte al nemico»".
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